Il 29 ottobre nel mondo si celebrerà la Giornata Mondiale dell’Ictus, un evento prevedibile ed evitabile, non un destino o un colpo di sfortuna.
Ecco alcune informazioni utili per comprenderlo meglio.
MONITORARE PER PREVENIRE – Circa il 25-30% degli Ictus ischemici che si verificano sono di origine sconosciuta e per questo vengono definiti “criptogenici”. La fibrillazione atriale (FA) è un importante fattore di rischio indipendente di Ictus e delle sue recidive: il paziente con FA ha un rischio fino a 5 volte superiore, di incorrere in un evento ischemico. Nella maggior parte dei pazienti questa aritmia è del tutto asintomatica. Da quest’anno la novità: le Linee Guida dell’ESC 2016 hanno indicato che a seguito di un ictus criptogenico è opportuno utilizzare un monitor cardiaco impiantabile per diagnosticare la FA e se presente ricorrere alla terapia con anticoagulanti orali con lo scopo di prevenire “recidive” ovvero un possibile secondo evento di ictus.
RICONOSCIMENTO DELL’EVENTO – La tempestività dei trattamenti è fondamentale per evitare la disabilità e lunghi percorsi di riabilitazione.
TEMPESTIVITA’ DEL TRATTAMENTO – Ogni ora dall’evento si perdono 120 milioni di neuroni, pari a 3,6 anni di invecchiamento cerebrale. Le terapie più efficaci devono essere eseguite entro 4-6 ore.
BEST STANDARD DI TRATTAMENTO – Terapie di riperfusione “best standard” di trattamento: farmaci per la terapia trombolitica intravenosa per ricanalizzare i vasi ischemici occlusi e trombectomia meccanica per i pazienti con ictus acuto e interessamento di vasi di grande calibro.
LO STENT RETRIEVER PER IL CERVELLO – Il medico accede attraverso l’arteria femorale e inserisce un catetere che risale le arterie sino a raggiungere l’occlusione. A quel punto lo stent si apre all’interno del coagulo come un ombrello, trascinandolo via e ripristinando la pervietà del vaso.
CARTA DEI DIRITTI DEL PAZIENTE – Ogni due secondi qualcuno ha un ictus, indipendentemente dall’età o dal sesso. Nonostante queste statistiche sconcertanti, molte persone colpite da ictus non sono in grado di accedere alle cure, alla riabilitazione e al sostegno che potrebbero garantire maggiori possibilità di un buon recupero funzionale e una vita più sana, più produttiva e indipendente. La World Stroke Organization ha stilato la “Carta dei Diritti del Paziente”. Solo la trombectomia meccanica si esegue in 45 centri in Italia; si trattano meno del 10% dei pazienti che potrebbero trarne beneficio.