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Alti livelli di specializzazione e servizio, cospicui investimenti nel comparto e nella specializzazione degli addetti, crescente attenzione al posizionamento e agli orientamenti del consumatore, grazie anche alle sinergie innescate con le aziende produttrici. Sono gli elementi che, nell’ultimo quinquennio, hanno permesso alla farmacia di distinguersi per dinamismo nel mercato della cosmetica. È una delle evidenze che emergono dal Beauty Report 2016, il rapporto con cui Cosmetica Italia (l’associazione che rappresenta le industrie del settore) fotografa tendenze del mercato e dei consumi.

Lo studio presenta dei risultati più che positivi: il consuntivo 2015 dice, infatti, che il mercato interno ha ripreso il segno più (1,4%) per una crescita dei fatturati attorno ai 10 miliardi di euro. E la farmacia figura tra i canali che hanno trainato la ripresa, grazie a una crescita delle vendite (sempre nel 2015) dell’1,5%, per un giro d’affari che supera i 1.800 milioni di euro.

Più di un consumatore su tre ammette che la crisi induce a comprare cosmetici nei punti vendita più disparati, a seconda del migliore rapporto tra prezzo e qualità. In questo contesto la farmacia riesce a riscuotere un gradimento crescente, perché nella classifica delle preferenze espresse dai consumatori sale dal 7° posto del 2015 al 5° di quest’anno (17% delle segnalazioni, contro l’11,2% dell’anno scorso). In particolare, spiega il Report, la farmacia si distingue per il tipo di rapporto che si instaura con il cliente, in cui prevale l’informazione, l’ascolto, il consiglio, talvolta il test di prodotto e una light shopping experience. Inoltre, la farmacia si contraddistingue per una formazione molto accurata del personale che opera nel reparto cosmetico, anche perché lo scaffale non basta, considerato che vengono esposte più marche di prodotti, e quindi la preparazione degli addetti diventa determinante ai fini del sell-out.