Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, l’esposizione eccessiva al rumore è associata a un’eccessiva stimolazione del sistema nervoso autonomo e del sistema endocrino. Questo aumenterebbe la pressione arteriosa massima e anche la minima, accellerando il battito cardiaco e rilasciando in circolo gli ormoni dello stress. La conseguenza di tutto ciò è un incremento del rischio di problemi cardiovascolari: in particolare, è stato calcolato che ogni dieci decibel di aumento del rumore cronico si alza il rischio di malattie a cuore e vasi in una percentuale che va dal 7 al 17 per cento.
Oltre alle accennate conseguenze sul cuore e agli “scontati” effetti deleteri sul sonno, il “mal di rumore” provoca danni a diversi organi e apparati, fra cui il sistema endocrino, gli apparati digerente, vestibolare, visivo, respiratorio, con effetti più o meno rilevanti in funzione dell’intensità, della tipologia e della durata dell’esposizione. Sono poi da mettere in conto gli effetti sulle performance cognitive dei bambini, per i quali è provato da diversi studi come il rumore ambientale abbia un effetto negativo sull’apprendimento. Non è forse un caso che i piccoli che frequentano scuole afflitte da rumori cronici dovuti al traffico aereo, automobilistico o ferroviario, abbiano peggiori abilità di lettura, ridotta memoria e risultati inferiori nei test. Una ricerca condotta su quasi 3mila bambini che frequentavano scuole vicine ai grandi aeroporti internazionali inglesi, spagnoli e olandesi ha trovato una relazione fra esposizione al rumore degli aerei rilevato a scuola e la capacità dei bambini di comprendere la lettura. Un aumento di cinque decibel nel livello di rumore al quale erano esposte le scuole provocava un ritardo di due mesi nello sviluppo delle abilità di lettura nei bambini inglesi e di un mese in quelli olandesi.
In sintesi, il “mal di baccano” provoca guai al sistema endocrino e agli apparati digerente, visivo, vestibolare e respiratorio.